Albero con casa del picchio
Casa è anche questo: costruirsi con tanta pazienza, anno dopo anno ogni volta in un albero diverso, il proprio nido solo con le proprie forze... o becco!
Museo Paleontologico Rinaldo Zardini
Gioia - Musei Regole
2021
Mydolomiteshome
Sassi rotolanti
Le Dolomiti sono il frutto di milioni di anni di evoluzione della Terra. Abbiamo pensato di proporvi il suono dei sassi che rotolano per rievocare la loro evoluzione.
Museo Paleontologico Rinaldo Zardini
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2021
Voices of the mountain
Marmotta
Uno dei segni che indica la fine dell'inverno e l'inizio della primavera è l'inconfondibile fischio delle marmotte che, finito il letargo, escono dalle loro tane.
Gioia de Bigontina
2020
Voices of the mountain
Festa degli alberi
La tutela e il rispetto della natura, nella sua interezza, va insegnata fin dall'infanzia. Un appuntamento tradizionale a Cortina d'Ampezzo era la festa degli alberi: si teneva una volta all'anno e ogni bambino piantava un alberello.
Museo Paleontologico Rinaldo Zardini
Archivio Regole
Seconda metà '900 circa
Landscapeoflife
Anguana
Nel cuore di Cortina d'Ampezzo, protetto dai boschi, si trova il lago Bai de Dones, ovvero il "bagno delle donne". Leggenda vuole che il lago sia abitato dalle anguane, incantevoli ninfe delle acque dai piedi di capra. Esistono sia anguane buone sia cattive: si dice che il lago sia abitato da quelle buone che aiutano le donne che desiderano avere un bambino a ricevere la gioia di diventare madri immergendosi nelle acque del lago.
Museo Paleontologico Rinaldo Zardini
DolomythicWomen
Déodat de Dolomieu
Déodat de Dolomieu, curioso fin da piccolo e dotato di un grande spirito di osservazione, decise di dedicarsi allo studio della Terra e della geologia. Viaggiatore appassionato visitò numerosi paesi tra cui l'Italia dove, tra le Alpi, scoprì la dolomia. Deodat divenne famoso grazie alla sua scoperta ed ecco perché una parte della catena montuosa italiana prende il nome di Dolomiti! A Cortina d'Ampezzo si trova un monumento a lui dedicato: un pezzo di pietra dolomia proveniente dalle Tofane.
Museo Paleontologico Rinaldo Zardini
Immagine d'epoca - 1700 circa
Walkingtales
Museo Paleontologico Rinaldo Zardini
Il museo ospita una delle più consistenti collezioni paleontologiche esistenti grazie all’intensa attività di ricerca e studio svolta da Rinaldo Zardini, il naturalista a cui è dedicato il museo. L’esposizione esiste dal 1975 e offre un’occasione unica per conoscere e capire la geologia delle montagne dolomitiche: numerose le vetrine che raccolgono minerali, rocce e soprattutto fossili di invertebrati marini, coralli e spugne conservatisi grazie alla finissima sabbia di calcare. La collezione ampezzana è fruibile da tutti grazie alle numerose ed esaustive didascalie che accompagnano l’esposizione. <a href="http://www.visitdolomites.com/page2/museo-paleontologico-rinaldo-zardini/" target="_blank" rel="noreferrer noopener">www.visitdolomites.com</a>
<a href="http://http//musei.regole.it/Zardini/" target="_blank" rel="noreferrer noopener">Sito internet del museo</a>
via Marangoni, 1, 32043 Cortina d'Ampezzo BL
Il trasporto del legname
Non solo fossili caratterizzano le Dolomiti, ma anche boschi, risorsa primaria da sempre - sopratutto una volta - per l'economia del paese. E per trasportare il legname, in particolar modo quello che sarebbe arrivato a Venezia per essere lavorato e venduto, si usavano i cavalli e delle slitte apposta per trascinare in inverno i tronchi.
I tronchi venivano fatti scivolare lungo un canalone naturale, stretto e scosceso, o lungo condotti artificiali (casi rari); gli stessi venivano trasportati col cavallo a trascino e accatastati lungo le strade boschive. Il legname rimaneva nel bosco fino alle prime nevicate e poi spostato in appositi spazi a valle, sempre mediante slitte trainate da cavalli. I proprietari dei cavalli coinvolti nel lavoro venivano ricompensati in proporzione alla lunghezza e alla difficoltà del percorso effettuato.
Una volta che il legname veniva venduto all'asta veniva fatto scivolare in primavera, al disgelo, lungo il fiume Boite fino a Perarolo di Cadore: nel tragitto i tronchi venivano seguiti da uomini muniti di una lunga pertica provvista di uncino che serviva a disincagliare il tronco se necessario. Da Perarolo di Cadore il legname lavorato e trasformato in zattere "navigava" lungo il Piave fino a Venezia.
<a href="https://www.musei.regole.it/Zardini/index.php">Museo Paleontologico Rinaldo Zardini</a>
"Dal bóšco a ra sìa" - Il bosco ampezzano tra storia e tradizione - Centro Culturale delle Regole d'Ampezzo
Metà '900 circa
Beyondthepass - Attraversamenti
Il guardiaparchi sugli sci
Una delle prime, se non la prima, divisa dei guardiaparchi del nostro Parco Naturale delle Dolomiti d'Ampezzo. In inverno per sposarsi nel vasto territorio protetto, 11200 ettari, si munivano di sci e racchette per agevolare i loro spostamenti.
Il primo paio di sci arrivò a Cortina d’Ampezzo nel 1897 grazie ad un insegnante di origine cecoslovacca della Scuola d’Arte; questi primi esemplari erano generalmente lunghi due metri e venti e costruiti con legno di frassino oppure di abete, arricciati in punta. Lo sci in quei primi anni serviva solo a “galleggiare” sulla neve fresca nel miglior modo possibile, permettendo così di spostarsi in maniera più agevole sui pendii innevati. Va ricordato inoltre che in quel periodo non esistevano vere e proprie piste: chi andava sugli sci sapeva fare più o meno tutto: fondo, discesa, salto per riuscire a superare salite, ma anche oltrepassare rocce senza farsi male o danneggiare gli sci. Le racchette servivano, oltre che per l'equilibrio, anche per una maggiore stabilità nei tratti più accidentati... ecco il perché della base rotonda molto più grande di quelle delle racchette odierne.
Museo Paleontologico Rinaldo Zardini
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Sportsculture - Lungo la scia
Tramandare
Museo Paleontologico Rinaldo Zardini
Gioia - Musei Regole
ottobre 2019
Dolomiteschange