SENTIERO SULLA SPONDA DEL PIAVE
Da un piccolo sentiero, tra piante e sterpaglie di qualsiasi specie, si scorge l’impetuosità del Fiume Piave. Da questo posto, è possibile stare molto vicino alla sponda dello stesso senza dovere camminare su grosse pietre, quindi in modo accessibile a tutti. L’ influenza dell’uomo, pur essendo presente a causa della realizzazione del sentiero, non la si avverte affatto, regalando quindi un’esperienza piacevole.
Eleonora Menegaz
10/05/2019
Marco Costa, Nikola Malic, Andrea Pellegrinet, Giosuè Tibolla, Luca Triolo
<div style="text-align: center;"><strong>Verso del Cuculo</strong></div>
Il cuculo emette un suono onomatopeico che deriva dal verso caratteristico "cu-cu, cucù" di questo uccello che in alcune regioni italiane è chiamato cucù.
Silvia Fiabane, Marco Dalla Vestra, Andrea Celant, Alessandro Losso, Stefano Sacchet, Giuseppe Battiston, Giovanni Pittoni
10/05/2019
Cuculo.m4a, Cuculo+Uccelli.m4a
AUDIO UCCELLINI E PIAVE
Giosuè Tibolla
10/05/2019
Marco Costa, Nikola Malic, Eleonora Menegaz, Andrea Pellegrinet, Luca Triolo
Resti di <em>Ursus ladinicus</em>
Alzi la mano chi non adora sgranocchiare un bel panino appena raggiunta la vetta di una montagna! O la cioccolata, che diventa così bella croccante! Insomma, in alta quota tutto acquista un altro sapore. Ma bisogna portarselo appresso nello zaino, in alta montagna mica ci sono i supermercati o gli alberi da frutta. Il periodo vegetativo è troppo corto.
Escursioni termiche marcate, forti venti, la lunga permanenza al suolo della neve, le basse temperature, la forte irradiazione solare sono tutti fattori che rendono l’ambiente di alta montagna non proprio ospitale e bilanciato. Le forti pressioni selettive hanno avuto il loro bel da fare ed è sbalorditivo vedere gli adattamenti che si sono evoluti nel tempo.
L’ospite di questa storia è un erbivoro un po’ a sorpresa: l’orso delle caverne! In particolare il nostro ospite si chiama Ursus ladinicus. Sebbene gli orsi rientrino nell’ordine dei carnivori, la loro dieta è principalmente onnivora. Come i panda invece, gli orsi delle caverne erano erbivori specializzati.
Nel tardo Pleistocene l’Ursus ladinicus conviveva sulle alpi con altre specie di orsi delle caverne, come l’Ursus speleaus eremus e l’Ursus ingressus. Occupando lo stesso habitat e consumando le stesse risorse alimentari, le specie erano in forte competizione. È interessante notare la marcata separazione altitudinale delle 3 specie. A una quota più alta corrisponde l’aumento delle cuspidi sui molari e la riduzione del volume corporeo. La presenza di più cuspidi sui larghi molari determina una maggiore superficie di masticazione che permette di sfruttare al meglio le esigue risorse vegetali. Inoltre la riduzione del volume corporeo permette un risparmio d’energia. L’orso ladino, vivendo anche a quote di 2800 metri sopra il livello del mare, era il più piccolo degli orsi delle caverne sulle alpi e con la dentatura più sviluppata.
Ulteriore adattamento alle alte quote erano i lunghi letarghi invernali. Non riuscendo, come invece per esempio cervi e cerbiatti, a sfruttare vegetazione più sclerotizzata, come la corteccia, l’Ursus ladinicus era costretto a massimizzare l’apporto di morbidi getti e foglie durante il corto periodo vegetativo estivo, per poi consumare lentamente le riserve durante i mesi di letargo.
(da notare i molari con le cuspidi sviluppate in alto a destra)
Letture consigliate
Gli orsi spelèi delle Conturines. Scavi paleozoologici in una caverna delle Dolomiti a 2800 metri, Gernot Rabeder, Athesia, 1993
Der Höhlenbär, Gernot Rabeder, Doris Nagel e Martina Pacher, Jan Thorbecke Verlag, 2000
Ursus ladinicus - Guida breve, a cura di Herwig Prinoth, Museum Ladin Ciastel de Tor, 2012
Museum Ladin Ciastel de Tor
Pannello espositivo <a href="https://www.museumladin.it/it/il-museo-ursus.asp">Museum Ladin Ursus ladinicus</a>
adattamenti in alta quota
Pernice bianca (<em>Lagopus muta</em>)
La pernice bianca (Lagopus muta) è uno degli animali di alta quota per eccelenza. Questo tetraonide originario del nord e comparso sulle Alpi in epoca glaciale predilige pendii e dorsali con roccia ed erba.
La muta del piumaggio ha luogo più volte all’anno; essa permette alla pernice una mimetizzazione ottimale in ogni stagione. In estate e in autunno il piumaggio del maschio è macchiato di grigio, mentre la femmina è bruna. D’inverno entrambi i sessi sono bianco puro, tranne le timoniere esterne, di colore nero. I piedi ricoperti da piume bianche impediscono lo sprofondamento nella neve.
Ma l’adattamento al rigido inverno non finisce con la candida veste: Durante la stagione fredda la pernice non è molto attiva e durante le nevicate spesso si lascia coprire dalla neve oppure scava vere e proprie buche nella neve. Si dice, che una pernice nella neve fresca e non compatta riesce a scavarsi una tale tana, profonda più o meno 30 centimetri, in soli 15 secondi!
Ufficio Natura Bolzano
Tratto dal film "Nel regno degli animali - Il Parco naturale Fanes-Senes-Braies"
2020
Adattamenti in alta quota
Camoscio (<em>Rupicapra rupicapra</em>)
Parlando di animali perfettamente adattati alla vita in pendenza, ovviamente non poteva mancare il camoscio!
Come habitat, il camoscio preferisce pendii ripidi, in parte rocciosi. È qui che le sue capacità fisiche risultano al meglio: Un cuore relativamente grande, un'alta percentuale di globuli rossi, che legano l'ossigeno, consentono al camoscio prestazioni ottimali in alta quota. La forma speciale degli zoccoli è un altro adattamento importante, che lo rende un ottimo scalatore e gli permette di muoversi con agilità e velocità strepitose su rocce e ghiaioni. La montagna, inoltre, offre ai camosci la possibilità di spostarsi sempre in un microclima adeguato, soprattutto perché questi animali non amano temperature sopra ai 12 gradi.
Si nutrono di erbe, arbusti nani e aghi di conifere. L’accoppiamento avviene nel tardo autunno, talvolta anche appena all’inizio della stagione invernale. Durante questo periodo i maschi si contendono le femmine combattendo duramente fra di loro e ferendosi spesso anche in maniera grave; talvolta questi combattimenti avvengono anche nella neve alta. Le numerose perdite invernali sono causate da malattie, deperimento fisico e dalle valanghe. La scarsità di cibo li costringe a scendere a quote più basse. I loro lunghi peli invernali fungono da collettori solari, favorendo il riscaldamento dell´ animale.
Ufficio Natura (Bolzano)
Tratto dal film "Nel regno degli animali - Il Parco naturale Fanes-Senes-Braies"
Adattamenti in alta quota
Marasso (<em>Vipera berus</em>)
Il marasso è la vipera che si è adeguata meglio di tutti i rettili alle basse temperature della montagna, ed è l’unico serpente che si può incontrare anche a quote oltre ai 2.500m.
Questa vipera è facilmente riconoscibile per le pupille verticali, la coda corta e il disegno a zig-zag sul dorso. I maschi possiedono una colorazione di fondo grigia e un disegno a zig-zag nero sul dorso, le femmine sono generalmente brunastre o rossastre con ornamentazioni marroni. Di abitudini diurne, esse si nutrono soprattutto di rane, micromammiferi e lucertole. A dispetto delle credenze queste vipere fuggono non appena percepiscono la vicinanza dell’uomo.
Il marasso è uno dei pochi rettili viviparo: La femmina matura le uova all´interno del corpo, partorendo giovani completamente sviluppati. Questa peculiarità deve essere intesa come un importantissimo adattamento del marasso agli habitat settentrionali (è l’unico rettile, che vive anche a nord del circolo polare artico) e alle basse temperature degli habitat ad alta quota: In un "nido" convenzionale, il periodo con temperature estive sufficientemente elevate sarebbe troppo breve per lo sviluppo dei giovani animali. All’interno del corpo della madre, invece, le uova vengono riscaldate grazie al comportamento della femmina, che, per termoregolarsi si espone il più possibile al sole.
In media, da cinque a quindici giovani serpenti nascono poi tra agosto e ottobre. Hanno più o meno le dimensioni di una matita. Sono subito autosufficienti e cacciano giovani rane e lucertole.
Ufficio Natura (Bolzano)
Immagini tratte dal film "Nel regno degli animali - Il Parco naturale Fanes-Senes-Braies"
Adattamenti in alta quota