Ricovero per i viandanti
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Titolo
Ricovero per i viandanti
Descrizione
Quando i visitatori vedono per la prima volta il Museo Albino Luciani di Canale d'Agordo la prima domanda che ci fanno è se si tratti della casa natale di Papa Giovanni Paolo I.
In realtà no.
L'edificio, infatti, che ripercorre la storia di Papa Luciani e della Valle del Biois e che si trova nel pieno centro di Piazza Papa Luciani, vicino alla Chiesa della Pieve di San Giovanni Battista, è stato di recente sede delle poste, municipio, prima ancora fu una scuola elementare e asilo, sede della Fabbriceria della chiesa e delle Regole della Valle e in origine un ospizio gestito dalla Confraternita dei Battuti (nata nel vicino paese di Vallada Agordina). Degna di essere sottolineata l'importanza di quest'ultimo come punto di riferimento e ricovero per i viandanti che già dalla fine del Quattrocento si muovevano in numerosi per dirigersi verso i principati vescovili di Trento e Bressanone oppure che da lì transitavano in direzione di Venezia.
A dividere queste 'terre di confine' il Passo San Pellegrino, che attualmente collega Falcade e La Valle del Biois con Moena e La Val di Fassa e Fiemme.
Un tempo questo passo era confine di ben tre stati: il Principato Vescovile di Trento (Moena-Valle di Fiemme), il Principato Vescovile di Bressanone (Soraga-Val di Fassa) e la Serenissima (a cui Falcade e la Valle del Biois appartenevano).
E proprio in cima al Passo San Pellegrino vi era un altro ospizio, costruito nel 1358 e affidato a un eremita custode, ancora oggi visibile e accompagnato dalla vicina cappelletta aperta ora solamente una volta l'anno, in occasione della ricorrenza di Sant'Antonio da Padova (13 giugno). La cappella e l’ospizio originali – distrutti nel primo conflitto – furono ricostruiti dopo la guerra.
Tra il 1914 e il 1918 tale territorio fu martoriato dallo scontro tra l’Austria Ungheria e il Regno d’Italia, poiché il confine di Stato passava proprio lì.
In passato i passi di montagna erano strade impervie e difficilmente percorribili. Tantissimi furono coloro che per attraversarli persero la vita. Da un lato il passo ha rappresentato e ancora è confine, limite, divisione; dall'altro salvezza, opportunità, rinascita.
Il popolo della montagna è strettamente legato all'ambiente e ai i passi che lo circondano, perchè ad essi ha dovuto e deve adattarsi, ma senza di essi non sarebbe ciò che è.
In ordine progressivo:
- Museo Albino Luciani nei primi anni '20 (tratto dal libro 'Pieve... Forno... Canale' di Bepi Pellegrinon);
- Museo Albino Luciani negli anni '50;
- Museo Albino Luciani oggi;
- 'I santi protettori della Valle del Biois con i confratelli battuti', opera di Pietro Antonio Andrich del 1870, conservata presso la Chiesa della Beata Vergine della Salute di Caviola (Falcade)- copia di un affresco appartenente in origine alla facciata dell'edificio del MusAL, andato poi distrutto;
- Vecchio ospizio al Passo San Pellegrino, prima della distruzione nel 1915;
- Attuale ospizio di San Pellegrino, con l'adiacente cappella.
In realtà no.
L'edificio, infatti, che ripercorre la storia di Papa Luciani e della Valle del Biois e che si trova nel pieno centro di Piazza Papa Luciani, vicino alla Chiesa della Pieve di San Giovanni Battista, è stato di recente sede delle poste, municipio, prima ancora fu una scuola elementare e asilo, sede della Fabbriceria della chiesa e delle Regole della Valle e in origine un ospizio gestito dalla Confraternita dei Battuti (nata nel vicino paese di Vallada Agordina). Degna di essere sottolineata l'importanza di quest'ultimo come punto di riferimento e ricovero per i viandanti che già dalla fine del Quattrocento si muovevano in numerosi per dirigersi verso i principati vescovili di Trento e Bressanone oppure che da lì transitavano in direzione di Venezia.
A dividere queste 'terre di confine' il Passo San Pellegrino, che attualmente collega Falcade e La Valle del Biois con Moena e La Val di Fassa e Fiemme.
Un tempo questo passo era confine di ben tre stati: il Principato Vescovile di Trento (Moena-Valle di Fiemme), il Principato Vescovile di Bressanone (Soraga-Val di Fassa) e la Serenissima (a cui Falcade e la Valle del Biois appartenevano).
E proprio in cima al Passo San Pellegrino vi era un altro ospizio, costruito nel 1358 e affidato a un eremita custode, ancora oggi visibile e accompagnato dalla vicina cappelletta aperta ora solamente una volta l'anno, in occasione della ricorrenza di Sant'Antonio da Padova (13 giugno). La cappella e l’ospizio originali – distrutti nel primo conflitto – furono ricostruiti dopo la guerra.
Tra il 1914 e il 1918 tale territorio fu martoriato dallo scontro tra l’Austria Ungheria e il Regno d’Italia, poiché il confine di Stato passava proprio lì.
In passato i passi di montagna erano strade impervie e difficilmente percorribili. Tantissimi furono coloro che per attraversarli persero la vita. Da un lato il passo ha rappresentato e ancora è confine, limite, divisione; dall'altro salvezza, opportunità, rinascita.
Il popolo della montagna è strettamente legato all'ambiente e ai i passi che lo circondano, perchè ad essi ha dovuto e deve adattarsi, ma senza di essi non sarebbe ciò che è.
In ordine progressivo:
- Museo Albino Luciani nei primi anni '20 (tratto dal libro 'Pieve... Forno... Canale' di Bepi Pellegrinon);
- Museo Albino Luciani negli anni '50;
- Museo Albino Luciani oggi;
- 'I santi protettori della Valle del Biois con i confratelli battuti', opera di Pietro Antonio Andrich del 1870, conservata presso la Chiesa della Beata Vergine della Salute di Caviola (Falcade)- copia di un affresco appartenente in origine alla facciata dell'edificio del MusAL, andato poi distrutto;
- Vecchio ospizio al Passo San Pellegrino, prima della distruzione nel 1915;
- Attuale ospizio di San Pellegrino, con l'adiacente cappella.
Autore
Museo Albino Luciani MUSAL
Fonte
Data
2020-03-22
Relazione
Beyondthepass
Formato
Still Image
Lingua
Italiano
Tipo
Still Image
Copertura
Canale d'Agordo 32020 BL
Collezione
Citazione
Museo Albino Luciani MUSAL, “Ricovero per i viandanti ,” Patrimonio - Museo Dolom.it, ultimo accesso il: 20 dicembre 2024, https://patrimonio.museodolom.it/items/show/3802.