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Title
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Museo Carnico delle Arti popolari Michele Gortani
Description
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Il Museo Carnico delle Arti Popolari è il risultato del paziente lavoro di ricerca svolto dal Sen. Prof. Michele Gortani (1883-1966) a partire dal 1920. Attualmente la raccolta è allestita nelle sale del secentesco Palazzo Campeis, nel centro storico di Tolmezzo.
Il materiale etnografico esposto, che riguarda tutti gli aspetti della vita, delle tradizioni e dell'arte della Carnia dal XIV al XIX secolo, è raccolto in trenta stanze ed è così ricco da rendere il Museo Carnico uno dei musei etnografici più importanti a livello europeo. Al suo interno alcune sale sono disposte seguendo la ricostruzione degli ambienti: si possono così ammirare la cucina col "fogolâr", la camera con armadi e cassepanche intagliati, il tinello, le botteghe degli artigiani.
Vi sono poi specifiche sezioni dedicate ai lavori tradizionali, ai ferri battuti, ai pesi e misure, ai costumi popolari, alla tessitura, ai ricami ed ai pizzi. Di grande interesse per la storia del costume, la ricca collezione di ritratti che animano le pareti del Museo. Una sala, interamente dedicata alla religiosità popolare, documenta anche questo aspetto di fondamentale importanza nella vita quotidiana delle genti carniche. Fra le curiosità, una ricchissima collezione di maschere e una pregevole raccolta di strumenti musicali.
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A static visual representation. Examples include paintings, drawings, graphic designs, plans and maps. Recommended best practice is to assign the type Text to images of textual materials.
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Title
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L’Ors di Pani “Sulle montagne si trova la libertà! Il mondo è perfetto ovunque, salvo quando l'uomo arriva con i propri tormenti.” Friedrich Schiller
Description
An account of the resource
Arturo Cussigh, nato a Tolmezzo nel 1911, visse nel capoluogo carnico fino alle scuole medie. Svolse i suoi studi e le sue ricerche tra Venezia, Trieste, Bologna, dove respirò la vivacità culturale di questi ambienti, inserendosi nel panorama artistico nazionale e frequentando artisti di alto livello come Carrà, Sironi, Soffici, Carena, Campigli.
Cussigh era molto legato alla sua terra e quando vi fece ritorno, le montagne e soprattutto la flora della Carnia, ispirarono le sue opere, tanto da valergli il nome di “poeta dei fiori alpini”.
Non solo paesaggi e fiori furono oggetto della ricerca dei suoi studi, ma anche ritratti di personaggi che lo colpirono particolarmente con la forza della loro personalità e la capacità di comunicare emozioni e suggestioni allo spettatore.
Il Museo Carnico custodisce un ritratto realizzato da Arturo Cussigh, dove con poche pennellate e pochi colori, è riuscito a comunicare la forte, prepotente, personalità di Antonio – Toni -Zanella.
Antonio Zanella, nato ad Amaro nel 1887, fu più conosciuto col soprannome di Ors di Pani, dal toponimo dell’altopiano sopra Raveo, dove viveva e possedeva centinaia di ettari di boschi e pascoli allevando mandrie di bovini e greggi di pecore e capre, tanto da essere definito il ‘Patriarca della Carnia’.
La vita dell’Ors è stata particolare e ricca di avvenimenti.
Essere definiti “un orso” significa comunemente essere una persona burbera, asociale, non incline alle manifestazioni di affetto, di poche parole e amante della solitudine.
E l’Ors di Pani incarnava perfettamente tutte queste caratteristiche, spingendosi però ancora oltre: anche il suo aspetto era, appunto, irsuto. Una criniera rossastra, crespa e arruffata, continuava sul volto con una barba altrettanto folta e disordinata che scendeva fino a metà petto.
Non si può poi prescindere dal successo che riscuoteva con le donne, colpite dal suo fascino animalesco, dal potere che deteneva e dal suo essere uno spirito libero che lo rendevano estremamente attraente. Irruente, instancabile e selvaggio anche nei rapporti amorosi, al punto da cacciare di casa la seconda moglie per vivere in modo estremamente naturale uno scandaloso rapporto incestuoso con la prima figlia, unica dei suoi quattro discendenti ad essere riconosciuta.
Nato verso la fine del XIX secolo e morto tragicamente nel 1956, Zanella si discostava dalla morale comune, lontano dal pensiero cattolico seppur, a modo suo, credente, totalmente incurante delle regole sociali e dei pettegolezzi della gente sulla sua condotta.
L’Ors visse seguendo esclusivamente l’unica legge in cui credeva: quella dell’assoluta libertà di pensare e agire. Per capire questo stile di vita fuori dalla norma, si deve necessariamente tenere conto dell’isolamento in cui viveva tra le sue montagne, senza però dimenticare il forte sentimento di solidarietà: nel periodo tra le due Guerre e durante la Seconda Guerra Mondiale, nonostante il suo quasi morboso attaccamento al possesso e all’accumulazione, che aveva fatto di lui un uomo straordinariamente ricco, sacrificò animali e riserve alimentari per nutrire partigiani e compaesani, perfino decimando le sue greggi.
Protagonista suo malgrado delle vicende della Seconda Guerra Mondiale, costretto a nascondere e sostenere anche economicamente i partigiani nascosti nei suoi stavoli, affrontò però la situazione senza mai tradire la sua natura, che spesso la tradizione orale ha arricchito con elementi curiosi ed originali, fino a trasformare i fatti storici in leggenda.
La morte, giunta attraverso una fucilata in pieno volto durante una tormenta di neve, colse l’Ors e l’amata figlia Maria in una notte d’inverno del 1956, per mano di un suo pastore, Romano Lorenzini, spinto a questo gesto da un profondo sentimento di invidia, rancore e odio verso lo Zanella, e forse, come sussurra qualcuno, anche per il fatto di essersi visto rifiutate le offerte amorose dalla figlia Maria, che a una vita con lui preferì la relazione esclusiva ed incestuosa col padre.
Creator
An entity primarily responsible for making the resource
Museo Carnico delle arti popolari 'Michele Gortani'
Source
A related resource from which the described resource is derived
P. Arrigo Carnier, L'Ors di Pani, storie e racconti della Carnia, Ugo Mursia Editore 2019; Ilaria Toscano, Tesi di Laurea in Antropologia Culturale, 'L'Ors di Pani: tra mito e realtà', Anno acc. 2009-2010
Relation
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2021
DolomitenMeinZuhause
DolomitesMuseum
DolomitesMuseum2021
DolomitiCasaMia
L'arte è di casa
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Title
A name given to the resource
Museo Casa Bruseschi
Description
An account of the resource
Situata nei pressi della Chiesa di Pesariis, Casa Bruseschi è stata, a partire dal XVII secolo, residenza della famiglia Bruseschi, una delle più antiche ed importanti del paese carnico (documenti ritrovati nell’archivio parrocchiale ci permettono di ricostruirne la storia fino almeno al XV secolo). Nel 1963, grazie al lascito dell’ultima proprietaria Dorina Bruseschi, questa testimonianza, straordinaria sia dal punto di vista architettonico che da quello etnografico, è divenuta di proprietà della parrocchia ed è stata aperta ai visitatori come “museo della casa carnica”.
Source
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<a href="http://www.carniamusei.org/museo.html?entityID=437" target="_blank" rel="noreferrer noopener">Sito internet del museo</a>
Coverage
The spatial or temporal topic of the resource, the spatial applicability of the resource, or the jurisdiction under which the resource is relevant
Frazione, Pesariis, n, 37, 33020 Pesariis UD
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Title
A name given to the resource
L’Agač: il giornale del paese
Description
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Durante la Seconda Guerra Mondiale i lavatoi presenti nelle varie frazioni del comune di Prato Carnico venivano usati come luoghi per reperire e scambiare informazioni e notizie più o meno attendibili.
Le donne facevano finta di lavare la biancheria pulita per poter andare ad informarsi al lavatoio.
Norina Canciani, classe 1922 di Prato Carnico, ha voluto farci dono del suo ricordo di giovane ragazza nel periodo della Seconda Guerra Mondiale con la pubblicazione del diario " Un anno di guerra, vita coi cosacchi".
Di seguito sono state estrapolate alcune frasi che mettono in evidenza il ruolo sociale ed aggregativo dei lavatoi nel particolare contesto della guerra.
- "Le notizie che vengono sfornate nella "Cort da Gnana" vengono poi riferite alle rispettive mogli o madri che a loro volta le passano nel lavatoio del "Agač" alle conoscenti, con la promessa di non dirle a nessuno. Le parole che chiudono ogni discorso sono: "qui si dice e qui resti". Naturalmente alla fine di ogni giornatatutto il paese ne è a conoscenza."
- "Per parecchio tempo, per una ragione o per l'altra, non sono andata all'Agač, ma oggi pomeriggio ho preso quattro stracci che non avevano bisogno di essere lavati (ma non era possibile andare a mani vuote) e mi sono messa con impegno a lavarli. Il lavatoio era quasi vuoto e le poche donne presenti non parevano disposte a fare confidenze. Ero quasi disposta a fare la via del ritorno quando sono arriviate alcune donne con novità importanti ma, a mio avviso, poco buone."
- "Sono andata come sempre all'Agač, che è il giornale del paese, però non è responsabile della veridicità delle notizie. "
- "Presa dal lavoro, posso passare all'Agač verso sera, cosa che non manco di fare. Ormai, la voglia di avere notizie sulla guerra è diventata un'ossessione e le rotelle del cervello girano in continuazione solo su questo perno, mentre continuo a portare su panni e a bagnarli per far finta di lavare onde potermi fermare. Mi sento molto ipocrita nel far finta di lavare la roba pulita, ma è l'unico modo per potermi fermare lì."
Creator
An entity primarily responsible for making the resource
Annalisa Cleva
Date
A point or period of time associated with an event in the lifecycle of the resource
28 ottobre 2021
Source
A related resource from which the described resource is derived
Un anno di guerra - vita coi cosacchi di Norina Canciani, Litografia Il Segno, 2000
Relation
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Comunità e forme aggregative: dal punto di vista abitativo e sociale
2021
DolomitenMeinZuhause
DolomitesMuseum
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Luoghi e forme dell’abitare
MyDolomitesHome
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A name given to the resource
Mart - Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto
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Fosco Maraini in montagna
Subject
The topic of the resource
#StorieAPiedi #WalkingTales (seconda edizione campagna DolomitesMuseum)
Description
An account of the resource
#MartMuseum per #Dolomitesmuseum, il contest promosso da Museo Dolom.it e Dolomites UNESCO per la valorizzazione dei temi legati alla montagna.
"Da 4 giorni vaghiamo per le Dolomiti. Ad ogni passo esposto e molto pericoloso pensiamo a te almeno 17 volte alla tua simpatia per l'abisso e per il vuoto. Ma ti ricordiamo anche in panciolle al sole, al divo sole ..."
✒️ Così scrive nel 1931 Fosco Maraini, con il compagno di scalate Bernardo Seeber, all'amico artista Ernesto Thayaht.
Nel fondo Thayaht al Mart > Archivio del '900, oltre alle lettere di Fosco, sono presenti anche alcuni bellissimi scatti dolomitici realizzati in questi anni, come il ritratto di uno scalatore che da una delle Cinque Torri ammira il panorama della Croda da Lago.
Creator
An entity primarily responsible for making the resource
Archivio del MART - Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto
Source
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<a href="https://www.facebook.com/martrovereto/posts/10156806109202465">https://www.facebook.com/martrovereto/posts/10156806109202465</a>
Rights
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Rilasciato con licenza CC BY-NC-ND
Consente soltanto di scaricare e condividere i lavori originali a condizione che non vengano modificati né utilizzati a scopi commerciali, sempre attribuendo la paternità dell'opera all'autore.
2021
DolomitenMeinZuhause
DolomitesMuseum
DolomitesMuseum2021
DolomitiCasaMia
L'arte è di casa
MartMuseum
MyDolomitesHome
WalkingTales
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Title
A name given to the resource
Dolomiti Contemporanee
Description
An account of the resource
Dolomiti Contemporanee è un riconfiguratore spaziale, e concettuale, che opera attraverso l’arte e la cultura contemporanea. Le Dolomiti sono lo Spazio, fisico e concettuale, a cui si è deciso di applicare uno sguardo critico, riattivatore (l’approccio critico è riattivatore). Per spazio, intendiamo un luogo del quale sia stato sviluppato il potenziale, il senso. Le Dolomiti non si determinano affatto come un luogo (atrofico) del turismo, in cui coltivare ameni stereotipi alpini. Costituiscono piuttosto uno Spazio d’azione culturale, e un grande cantiere di stimoli.
Source
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<a href="http://www.dolomiticontemporanee.net" target="_blank" rel="noreferrer noopener">Sito internet del museo</a>
Coverage
The spatial or temporal topic of the resource, the spatial applicability of the resource, or the jurisdiction under which the resource is relevant
Via sant’antoni, 1, 33080 Casso, Erto e Casso PN
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Title
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Combriccola al Tramonto
Description
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Combriccola al Tramonto, 2021, acrilico su tela, 35x50cm.
Opera di Carolina Pozzi.
Il lavoro di Carolina Pozzi fa parte della mostra VACCANZA curata da Dolomiti Contemporanee, che vede 13 artisti di Fondazione Malutta in mostra a Casso fino al prossimo 31 ottobre 2021.
La mostra costituisce una riflessione articolata sulla montagna alla quale non è estranea la chiave ironica. Alcuni stereotipi e tradizioni legate all’icona e all’immaginario alpino classico e moderno vengono reinterpretati in chiave consapevolmente critica.
L’opera di Carolina Pozzi riprende la figura di Heidi, che tutti noi conosciamo grazie al celebre romanzo di Johanna Spyri e alla serie animata degli anni 70’.
L'immagine è presa da un poster di Heidi.
In questo caso però lo spensierato gruppo di amici cammina in un paesaggio al tramonto, come a simboleggiare la triste e inevitabile fine dell’infanzia.
Creator
An entity primarily responsible for making the resource
Carolina Pozzi
Coverage
The spatial or temporal topic of the resource, the spatial applicability of the resource, or the jurisdiction under which the resource is relevant
via sant’antoni, 1, 33080 Casso, Erto e Casso PN
2021
caccia all'oggetto
DolomitenMeinZuhause
DolomitesMuseum
DolomitesMuseum2021
DolomitiCasaMia
L'arte è di casa
MyDolomitesHome
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Dublin Core
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Title
A name given to the resource
Museo Etnografico della Provincia di Belluno e del Parco delle Dolomiti Bellunesi
Coverage
The spatial or temporal topic of the resource, the spatial applicability of the resource, or the jurisdiction under which the resource is relevant
via Seravella,
Cesiomaggiore (BL)
Description
An account of the resource
Il museo etnografico di Seravella rappresenta un punto di riferimento nella conoscenza e nello studio dell’etnografia bellunese, grazie alle numerose attività di ricerca che vengono svolte al suo interno e per le interessanti iniziative volte alla diffusione della conoscenza del patrimonio tradizionale locale. Il museo etnografico stimola interessanti riflessioni sul significato di vivere in montagna, sulle pratiche e le consuetudini di questo territorio così particolare. Materiali sonori, filmici e fotografici affiancano sapientemente documenti cartacei e reperti oggettivistici, rendendo il percorso espositivo un’esperienza capace di coinvolgere persone di ogni età. <a href="http://www.visitdolomites.com/page2/museo-etnografico-della-provincia-di-belluno-e-del-parco-nazionale-dolomiti-bellunesi/" target="_blank" rel="noreferrer noopener"></a>
Source
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<a href="http://www.museoetnograficodolomiti.it" target="_blank" rel="noreferrer noopener">Sito internet del museo</a>
Text
A resource consisting primarily of words for reading. Examples include books, letters, dissertations, poems, newspapers, articles, archives of mailing lists. Note that facsimiles or images of texts are still of the genre Text.
Text
Any textual data included in the document
Quante storie potrebbero raccontarci le cime dolomitiche? Quante persone le hanno scalate, hanno percorso i loro sentieri o semplicemente le hanno sognate, immaginate e raccontate?
Il paesaggio è proprio questo: è un tessuto di interazioni tra abilità, percezioni e pratiche che in esso si dispiega, esso non può esistere senza un osservatore.
Noi scegliamo di raccontarvi la cima delle Dolomiti che più ci emoziona.
La cima è visibile dalla piazza di Belluno ed è sicuramente una delle più amate dai bellunesi e meta di numersose escursioni.
E tra tutti gli osservatori, scegliamo Dino Buzzatti, nato, cresciuto e profondamente legato a Belluno, che con queste parole tratte da "L'Amico Schiara" che così la descrive:
"Quando vengono le dieci, dieci e mezza del mattino, comincia a tirar fuori dei colori straordinari, comincia a essere la vera grande classica potente parete dolomitica con quella tinta anzi quelle tinte che nessuno è mai riuscito a dire bene e tanto meno io, e parlare di rosa, di madreperla, di argento, di trasparenze, di smalto, di pallore, di viola, di polvere antica non serve a niente, penso proprio sia impossibile esprimere il senso di quei colori, di quella fisionomia, di quella espressione assorta intensa e misteriosa che a me ha sempre dato un’emozione secca e precisa come un rintocco profondo e sensuale.
Seduto su un giardino della piccola scala di pietra, mentre il sole gira lentamente, io guardo la montagna della mia vita, ma lei non mi guarda, essa è chiusa nei suoi impenetrabili pensieri e nelle concavità dei suoi precipitosi grembi, le ombre si dilatano e si rattrappiscono lungo gli appicchi, rammendandomi strani incanti della giovinezza perduta".
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A name given to the resource
#STORIEAPIEDI_La Schiara di Dino Buzzatti
Creator
An entity primarily responsible for making the resource
Museo Etnografico Dolomiti
2021
Andata e ritorno
DolomitenMeinZuhause
DolomitesMuseum
DolomitesMuseum2021
DolomitiCasaMia
MyDolomitesHome
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Museum Ladin Ciastel de Tor y Ursus ladinicus
Description
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Ciastel de Tor, famoso per la sua caratteristica torre e nel XIII secolo sede del giudizio “Thurn an der Gader”, è luogo di riferimento della cultura degli oltre 30.000 ladini, uniti nella loro identità da due elementi essenziali: la lingua derivata dal latino volgare e lo straordinario paesaggio montuoso delle Dolomiti. Dal 2001 il Ćiastel ospita il museo provinciale ladino. Esso fornisce preziose informazioni sulla geologia, archeologia, storia, lingua, sul turismo e artigianato artistico delle cinque valli ladine. <a href="http://www.visitdolomites.com/page2/museum-ladin-ciastel-de-tor/" target="_blank" rel="noreferrer noopener">www.visitdolomites.com</a><br /><br /><span>Il Museo Ladins Ursus ladinicus è dedicato alla storia delle Dolomiti e alla loro formazione geologica, ma anche ad un antico abitante di questi territori: l’orso delle caverne che viveva nei boschi delle Dolomiti 40.000 anni fa. All’interno del museo è stato ricostruito l’habitat dell’Ursus ladinicus, con numerosi reperti originali e installazioni video e addirittura la grotta delle Conturines, dove l’orso è stato ritrovato. Il museo, durante i periodo di apertura, ospita inoltre diversi eventi culturali. </span><a href="http://www.visitdolomites.com/page2/museo-ladins-ursus-ladinicus/" target="_blank" rel="noopener noreferrer">www.visitdolomites.com</a>
Source
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<a href="http://http//www.museumladin.it" target="_blank" rel="noreferrer noopener">Sito internet del museo</a>
Coverage
The spatial or temporal topic of the resource, the spatial applicability of the resource, or the jurisdiction under which the resource is relevant
Str. Tor, 65, 39030 San Martino In Badia BZ
Strada Micurà de Rü, 26, 39030 San Cassiano BZ
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Title
A name given to the resource
We are Latins - <span>Claus Soraperra</span>
Description
An account of the resource
<p>La „casa“ è lo spazio in cui l’identità dell’artista si costituisce. L’identità non è una proprietà del singolo, bensì un equilibrio fra identità personale e identità sociale, che oggi è divenuta globale.</p>
<p style="font-weight: 400;">Claus Soraperra ci mostra nelle sue opere d‘arte, come il potere della globalizzazione riesce a influenzare ormai anche la cultura ladina, che con il compromesso del benessere portato dal turismo deve misurarsi oggi in un sistema globale.</p>
<p style="font-weight: 400;">L'opera We are Latins, certamente provocatoria, rappresenta l'omologazione che rode gradualmente i valori e i contenuti di una minoranza etnico-linguistica che rischia di mantenere i propri costumi e le proprie tradizioni, perdendo i contenuti, forse non più funzionali al capitalismo mediatico. Claus Soraperra</p>
<p>Es ist das Zuhause der Raum, in dem Identitäten der Künstler konstruiert werden. Die Identität ist kein individueller Besitz sondern eine „Balance“ zwischen individueller und sozialer Identität, die heute eine globale geworden ist.</p>
<p>Claus Soraperra zeigt in seinen Kunstwerken, wie die Macht der Globalisierung nun auch die ladinische Kultur beeinflusst, die sich mit dem Kompromiss des Wohlstands durch den Tourismus heute in einem globalen System messen muss. Das Werk We are Latins, sicherlich provokativ, repräsentiert die Gefahr, dass Werte und Inhalte einer ethnisch-linguistischen Minderheit im Medienkapitalismus versinken.</p>
<p style="font-weight: 400;">#dolomitesmuseum - Museo Dolom.it - Dolomites UNESCO</p>
Creator
An entity primarily responsible for making the resource
Museum Ladin Ciastel de Tor y Ursus ladinicus<br /><br />Foto: Matthaeus Kostner
Date
A point or period of time associated with an event in the lifecycle of the resource
04/06/2021
Relation
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2021
DolomitenMeinZuhause
DolomitesMuseum
DolomitesMuseum2021
DolomitiCasaMia
L'arte è di casa
ladino
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opera
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Title
A name given to the resource
Museum Ladin Ciastel de Tor y Ursus ladinicus
Description
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Ciastel de Tor, famoso per la sua caratteristica torre e nel XIII secolo sede del giudizio “Thurn an der Gader”, è luogo di riferimento della cultura degli oltre 30.000 ladini, uniti nella loro identità da due elementi essenziali: la lingua derivata dal latino volgare e lo straordinario paesaggio montuoso delle Dolomiti. Dal 2001 il Ćiastel ospita il museo provinciale ladino. Esso fornisce preziose informazioni sulla geologia, archeologia, storia, lingua, sul turismo e artigianato artistico delle cinque valli ladine. <a href="http://www.visitdolomites.com/page2/museum-ladin-ciastel-de-tor/" target="_blank" rel="noreferrer noopener">www.visitdolomites.com</a><br /><br /><span>Il Museo Ladins Ursus ladinicus è dedicato alla storia delle Dolomiti e alla loro formazione geologica, ma anche ad un antico abitante di questi territori: l’orso delle caverne che viveva nei boschi delle Dolomiti 40.000 anni fa. All’interno del museo è stato ricostruito l’habitat dell’Ursus ladinicus, con numerosi reperti originali e installazioni video e addirittura la grotta delle Conturines, dove l’orso è stato ritrovato. Il museo, durante i periodo di apertura, ospita inoltre diversi eventi culturali. </span><a href="http://www.visitdolomites.com/page2/museo-ladins-ursus-ladinicus/" target="_blank" rel="noopener noreferrer">www.visitdolomites.com</a>
Source
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Coverage
The spatial or temporal topic of the resource, the spatial applicability of the resource, or the jurisdiction under which the resource is relevant
Str. Tor, 65, 39030 San Martino In Badia BZ
Strada Micurà de Rü, 26, 39030 San Cassiano BZ
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Title
A name given to the resource
La scuola
Description
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#MyDolomitesHome #Dolomiticasamia
E a casa si va anche a scuola. La formazione scolastica ha subito tante trasformazioni nelle vallate ladine, e ancora ad oggi il sistema scolastico è diverso a seconda della valle, insomma, della provincia. In Alto Adige le scuole in Val Badia e Val Gardena sono scuole paritetiche, ovvero metà materie vengono insegnate in tedesco e metà in italiano, inoltre viene insegnato il ladino. E poi l’inglese.
Comunque se l’argomento vi interessa, il 24 giugno viene inaugurata una nuova sala nell’esposizione permanente del museo dedicata interamente alla scuola!
archivio fotografico Museum Ladin Ciastel de Tor
collezione Franz Vittur – La Villa, scuola elementare 1954
Per approfondimenti:
ZACAN Y INCÖ
Jí a scora tles valades ladines - Die Schule in den ladinischen Tälern - La scuola nelle valli ladine
https://www.museumladin.it/it/pubblicazioni.asp
catalogo della mostra del 2018
https://www.museumladin.it/it/archivio-mostre.asp
#dolomitesmuseum - Museo Dolom.it - Dolomites UNESCO #MyDolomitesHome #DolomitenMeinzuhause
Und zu Hause gehst du auch zur Schule. Das Schulsystem hat in Ladinien viele Veränderungen durchgemacht, heute noch ist die schulische Bildung in den einzelnen Provinzen sehr unterschiedlich. In Gadertal und Gröden, Südtirol, gibt es paritätische Schulen, d. h. im gleichen Verhältnis werden Fächer auf Deutsch und auf Italienisch unterrichtet. Ladinisch ist ebenfalls Pflichtfach. Und dann Englisch.
Wenn Sie das Thema interessiert, wird im Museum Ladin am 24. Juni eine neue Museumssektion eingeweiht, die ausschließlich der Schule gewidmet ist!
Fotoarchiv Museum Ladin Ciastel de Tor
Sammlung Franz Vittur – Stern, Grundschule 1954
Mehr dazu:
ZACAN Y INCÖ
Jí a scora tles valades ladines - Die Schule in den ladinischen Tälern - La scuola nelle valli ladine
https://www.museumladin.it/it/pubblicazioni.asp
Ausstellung 2018
https://www.museumladin.it/it/archivio-mostre.asp
#dolomitesmuseum - Museo Dolom.it - Dolomites UNESCO
Creator
An entity primarily responsible for making the resource
Museum Ladin Ciastel de Tor y Ursus ladinicus
Date
A point or period of time associated with an event in the lifecycle of the resource
03/06/2021
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Dublin Core
The Dublin Core metadata element set is common to all Omeka records, including items, files, and collections. For more information see, http://dublincore.org/documents/dces/.
Title
A name given to the resource
Museum Ladin Ciastel de Tor y Ursus ladinicus
Description
An account of the resource
Ciastel de Tor, famoso per la sua caratteristica torre e nel XIII secolo sede del giudizio “Thurn an der Gader”, è luogo di riferimento della cultura degli oltre 30.000 ladini, uniti nella loro identità da due elementi essenziali: la lingua derivata dal latino volgare e lo straordinario paesaggio montuoso delle Dolomiti. Dal 2001 il Ćiastel ospita il museo provinciale ladino. Esso fornisce preziose informazioni sulla geologia, archeologia, storia, lingua, sul turismo e artigianato artistico delle cinque valli ladine. <a href="http://www.visitdolomites.com/page2/museum-ladin-ciastel-de-tor/" target="_blank" rel="noreferrer noopener">www.visitdolomites.com</a><br /><br /><span>Il Museo Ladins Ursus ladinicus è dedicato alla storia delle Dolomiti e alla loro formazione geologica, ma anche ad un antico abitante di questi territori: l’orso delle caverne che viveva nei boschi delle Dolomiti 40.000 anni fa. All’interno del museo è stato ricostruito l’habitat dell’Ursus ladinicus, con numerosi reperti originali e installazioni video e addirittura la grotta delle Conturines, dove l’orso è stato ritrovato. Il museo, durante i periodo di apertura, ospita inoltre diversi eventi culturali. </span><a href="http://www.visitdolomites.com/page2/museo-ladins-ursus-ladinicus/" target="_blank" rel="noopener noreferrer">www.visitdolomites.com</a>
Source
A related resource from which the described resource is derived
<a href="http://http//www.museumladin.it" target="_blank" rel="noreferrer noopener">Sito internet del museo</a>
Coverage
The spatial or temporal topic of the resource, the spatial applicability of the resource, or the jurisdiction under which the resource is relevant
Str. Tor, 65, 39030 San Martino In Badia BZ
Strada Micurà de Rü, 26, 39030 San Cassiano BZ
Still Image
A static visual representation. Examples include paintings, drawings, graphic designs, plans and maps. Recommended best practice is to assign the type Text to images of textual materials.
Dublin Core
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Title
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Les viles
Description
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#MyDolomitesHome #Dolomiticasamia <br />E sembrano risalire al periodo romano anche les viles. Abitazioni tipiche, ad oggi ancora ben conservate nella parte settentrionale della Val Badia. Edifici con la tipica struttura a fungo. Ma più che la tecnica edilizia è interessante la struttura sociale. Nelle viles più famiglie condividevano il forno per il pane, la fontana, il mulino e anche la stessa casa („deplù partides“ sentivo dire da un signore gardenese). Inoltre i boschi, i campi, le sorgenti della vila venivano suddivise e condivise, di modo che le parti produttive e quelle improduttive fossero assegnate equamente tra le famiglie.<br />Archivio fotografico Museum Ladin Ciastel de Tor collezione Hans Pescoller – Seres a Longiaru #dolomitesmuseum
Creator
An entity primarily responsible for making the resource
Museum Ladin Ciastel de Tor y Ursus ladinicus
Date
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02/06/2021
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Dublin Core
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Title
A name given to the resource
Museum Ladin Ciastel de Tor y Ursus ladinicus
Description
An account of the resource
Ciastel de Tor, famoso per la sua caratteristica torre e nel XIII secolo sede del giudizio “Thurn an der Gader”, è luogo di riferimento della cultura degli oltre 30.000 ladini, uniti nella loro identità da due elementi essenziali: la lingua derivata dal latino volgare e lo straordinario paesaggio montuoso delle Dolomiti. Dal 2001 il Ćiastel ospita il museo provinciale ladino. Esso fornisce preziose informazioni sulla geologia, archeologia, storia, lingua, sul turismo e artigianato artistico delle cinque valli ladine. <a href="http://www.visitdolomites.com/page2/museum-ladin-ciastel-de-tor/" target="_blank" rel="noreferrer noopener">www.visitdolomites.com</a><br /><br /><span>Il Museo Ladins Ursus ladinicus è dedicato alla storia delle Dolomiti e alla loro formazione geologica, ma anche ad un antico abitante di questi territori: l’orso delle caverne che viveva nei boschi delle Dolomiti 40.000 anni fa. All’interno del museo è stato ricostruito l’habitat dell’Ursus ladinicus, con numerosi reperti originali e installazioni video e addirittura la grotta delle Conturines, dove l’orso è stato ritrovato. Il museo, durante i periodo di apertura, ospita inoltre diversi eventi culturali. </span><a href="http://www.visitdolomites.com/page2/museo-ladins-ursus-ladinicus/" target="_blank" rel="noopener noreferrer">www.visitdolomites.com</a>
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<a href="http://http//www.museumladin.it" target="_blank" rel="noreferrer noopener">Sito internet del museo</a>
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The spatial or temporal topic of the resource, the spatial applicability of the resource, or the jurisdiction under which the resource is relevant
Str. Tor, 65, 39030 San Martino In Badia BZ
Strada Micurà de Rü, 26, 39030 San Cassiano BZ
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Title
A name given to the resource
Da quando la chiamano casa
Description
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#MyDolomitesHome #Dolomiticasamia <br />Ma effettivamente, da quanto tempo qualcuno chiama casa le valli ladine? Le testimonianze più antiche di presenza umana risalgono a 9000 anni a.C. Cacciatori, villeggianti estivi con famiglia (sono stati trovati denti da latte sul sito di Plan de Gralba sul Passo Gardena!), gente di passaggio. Ma è all’età del bronzo, circa 1600 anni a.C., che risale il primo insediamento stabile: Sotciastel, in Val Badia. Da lì in poi ci sono testimonianze risalenti all’età del ferro sparse nelle diverse vallate, ma sembra essere con l’arrivo dei Romani, nel 15 a.C., che le vallate siano poi state abitate stabilmente fino ai giorni nostri. Ulteriori informazioni:-Museum Ladin Ciastel de Tor: guida breve https://www.museumladin.it/it/pubblicazioni.asp?somepubl_page=5-I Ladini delle Dolomiti, Werner Pescosta, 2015, Istitut Ladin Micurá de Rü archivio fotografico Museum Ladin Ciastel de Tor: Sotciastel, vicino Badia #dolomitesmuseum - Museo Dolom.it - Dolomites UNESCO #MyDolomitesHome #DolomitenMeinzuhause Seit wann fühlen sich Menschen in den ladinischen Tälern „daheim“? Der älteste Beweis menschlicher Präsenz stammt aus 9.000 Jahren v. Chr.: Jäger, nicht ansässige Familienverbänden (Milchzähne wurden auf dem Plan de Gralba-Gelände am Grödner Joch gefunden!), Nomaden. Die erste dauerhafte Siedlung stammt jedoch aus der Bronzezeit (ca. 1600 v. Chr.): Sotciastel im Gadertal. Auch aus der Eisenzeit stammen zahlreiche Zeugnisse aus den ladinischen Tälern und seit der Ankunft der Römer im Jahr 15 v. Chr. waren die Täler dauerhaft bewohnt. Mehr Infos:- Museum Ladin Ciastel de Tor: Kurzführer https://www.museumladin.it/it/pubblicazioni.asp?somepubl_page=5 - Geschichte der Dolomitenladiner, Werner Pescosta, 2015, Istitut Ladin Micurá de Rü Fotoarchiv Museum Ladin Ciastel de Tor: Sotciastel, Abtei #dolomitesmuseum - Museo Dolom.it - Dolomites UNESCO
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Museum Ladin Ciastel de Tor y Ursus ladinicus
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01/06/2021
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2021
DolomitenMeinZuhause
DolomitesMuseum
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DolomitiCasaMia
Luoghi e forme dell’abitare
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passato
Sotciastel
storia
-
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Title
A name given to the resource
Museo Papa Albino Luciani MUSAL
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The spatial or temporal topic of the resource, the spatial applicability of the resource, or the jurisdiction under which the resource is relevant
Canale d'Agordo (BL)
Description
An account of the resource
Il Museo Albino Luciani “MUSAL”, ufficialmente inaugurato il 26 agosto 2016, è situato in un palazzo quattrocentesco, accanto alla chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista di Canale d’Agordo (Belluno). L’esposizione permanente ha come obiettivo quello di raccontare la vita e l’insegnamento di papa Giovanni Paolo I, ma non solo: la grandezza della figura di Albino Luciani emerge anche dalla conoscenza del contesto storico e sociale in cui è nato e cresciuto, l’antica Pieve di Canale d’Agordo, che vide maturare la sua vocazione e determinò la personalità di questo Papa tanto amato nel mondo. Potrete scoprire la storia della Valle del Biois e conoscere la vita di alcune personalità native del luogo, la vita di Albino Luciani vissuta nel suo paese natale, dall’infanzia fino alla sua ordinazione episcopale, oltre alle tappe più importanti: dalla nomina a vescovo di Vittorio Veneto (1958-1969), patriarca di Venezia(1969-1978) e papa il (26 agosto 1978), fino alla morte, avvenuta in Vaticano il 28 settembre 1978. <a href="http://www.visitdolomites.com/page2/musal-museo-albino-luciani/" target="_blank" rel="noreferrer noopener">www.visitdolomites.com</a>
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<a href="http://www.musal.it" target="_blank" rel="noreferrer noopener">Sito internet del museo</a>
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Padre Domenico De Rocco
Description
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Ciò che saltava subito all'occhio era la sua folta barba scura ma non era quella la caratteristica che più restava impressa in chiunque avesse avuto il piacere di conoscere Padre Domenico De Rocco.
Che fosse in seminario a Feltre, a Roma, in prima linea durante la guerra o nelle sterminate pianure cinesi dello Shensi le testimonianze spesso ricordano la sua indole gentile e servizievole ma che sapeva comandare, tanto da fargli guadagnare il soprannome di "maresciallo".
Padre De Rocco era solito inviare delle lettere alla sua famiglia in cui raccontava le peripezie che si trovava ad affrontare come quando i fedeli di un villaggio non lo volevano lasciar partire per tornare a casa o delle feste pagane che interessavano le popolazioni locali all'inizio dell'anno nuovo. Spezzoni di queste lettere furono occasionalmente inseriti fra gli articoli del bollettino parrocchiale di Canale D'Agordo "Il Celentone" tra il 1923 ed il 1940. Tutti questi racconti furono di ispirazione per il giovane Albino Luciani per avvicinarsi alla vita missionaria. Nonostante il Vescovo non gli abbia mai permesso di partire, egli fu comunque influenzato da figure come quella di Padre De Rocco e di altri missionari originari della sua parrocchia, che contribuirono a formare la sua sensibilità missionaria di vescovo, patriarca e papa.
Creator
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Museo Albino Luciani
Date
A point or period of time associated with an event in the lifecycle of the resource
1923
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"Il Celentone" bollettino parrocchiale di Canale d'Agordo
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2021
Andata e ritorno
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