LA FALCIATURA - BATTITURA DELLA FALCE
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Titolo
LA FALCIATURA - BATTITURA DELLA FALCE
Descrizione
AFFILATURA E BATTITURA DELLA FALCE
Nei periodi della fienagione per ogni dove si udiva frequente il caratteristico suono della battitura del filo della falce (bat la fàuze) con gli appositi strumenti chiamati batfàuze o batadêire cioè del lancui (piccola incudine) e martél (martello).
L’incudine era di due tipi a seconda fosse destinata a essere infissa su un supporto di legno (sénta) oppure sul linbodlùs dal tabié (soglia del fienile) o invece piantata direttamente nel terreno. In questo secondo caso presentava una corona di scère (anelli) per evitare che affondasse.
In fase di battitura si immerge frequentemente il martello nell’acqua per zalì (acciaiare) il taglio, cioè la batadura.
Questo avveniva al termine di ogni giornata di lavoro o nelle pause poiché le asperità del terreno (sassi, affioramenti di roccia ecc.) deformavano il filo.
Durante la falciatura si affilava il taglio con la códe (cote) che l’operatore portava nel cudêi (astuccio portacote) appeso alla cintura, nel quale la cote era mantenuta bagnata per un’affilatura più efficace. La pietra da cote proveniva da cave locali.
Nei periodi della fienagione per ogni dove si udiva frequente il caratteristico suono della battitura del filo della falce (bat la fàuze) con gli appositi strumenti chiamati batfàuze o batadêire cioè del lancui (piccola incudine) e martél (martello).
L’incudine era di due tipi a seconda fosse destinata a essere infissa su un supporto di legno (sénta) oppure sul linbodlùs dal tabié (soglia del fienile) o invece piantata direttamente nel terreno. In questo secondo caso presentava una corona di scère (anelli) per evitare che affondasse.
In fase di battitura si immerge frequentemente il martello nell’acqua per zalì (acciaiare) il taglio, cioè la batadura.
Questo avveniva al termine di ogni giornata di lavoro o nelle pause poiché le asperità del terreno (sassi, affioramenti di roccia ecc.) deformavano il filo.
Durante la falciatura si affilava il taglio con la códe (cote) che l’operatore portava nel cudêi (astuccio portacote) appeso alla cintura, nel quale la cote era mantenuta bagnata per un’affilatura più efficace. La pietra da cote proveniva da cave locali.
Fonte
Catalogo mostra tematica "Légne e fêgn, ogni bêgn" testo di Piergiorgio Cesco Frare - Sito internet museo
Relazione
Inclinedliving
Collezione
Citazione
Casa Museo Angiul Sai, “LA FALCIATURA - BATTITURA DELLA FALCE,” Patrimonio - Museo Dolom.it, accessed November 15, 2024, https://patrimonio.museodolom.it/items/show/4077.