La cote
Dublin Core
Titolo
La cote
Descrizione
Con la pietra venivano fatti un tempo molti strumenti di uso quotidiano, come la cote.
In dialetto trentino chiamata préda o pria, la cote è la pietra che si usa per affilare la falce fienaia durante la falciatura dei prati. Per realizzarla si utilizza una particolare pietra arenaria (roccia sedimentaria composta di granuli) che, una volta bagnata, ha forti proprietà abrasive. Lo stesso tipo di roccia veniva usato infatti anche per la mola degli arrotini.
Nelle foto si possono vedere anche gli intermedi di lavorazione della cote, dalla pietra grezza all’oggetto finito e pronto per l’uso. Alcune volte ha un manico in legno che la rende più maneggevole.
La sua forma oblunga, comoda per l’impugnatura, si ricava con uno speciale martello dalla punta particolarmente tagliente.
Per portarla con sé i falciatori usavano il portacote, in Trentino più noto come cozàr (o anche codèr o gugiaro). Si tratta di un contenitore che portavano alla cintura, con all’interno anche un po’ di acqua necessaria per aumentare la forza abrasiva. In genere i portacote sono in legno, decorati e dipinti, altre volte sono ricavati da corna di bue. La loro punta serve per piantarli nel terreno durante i lavori.
In dialetto trentino chiamata préda o pria, la cote è la pietra che si usa per affilare la falce fienaia durante la falciatura dei prati. Per realizzarla si utilizza una particolare pietra arenaria (roccia sedimentaria composta di granuli) che, una volta bagnata, ha forti proprietà abrasive. Lo stesso tipo di roccia veniva usato infatti anche per la mola degli arrotini.
Nelle foto si possono vedere anche gli intermedi di lavorazione della cote, dalla pietra grezza all’oggetto finito e pronto per l’uso. Alcune volte ha un manico in legno che la rende più maneggevole.
La sua forma oblunga, comoda per l’impugnatura, si ricava con uno speciale martello dalla punta particolarmente tagliente.
Per portarla con sé i falciatori usavano il portacote, in Trentino più noto come cozàr (o anche codèr o gugiaro). Si tratta di un contenitore che portavano alla cintura, con all’interno anche un po’ di acqua necessaria per aumentare la forza abrasiva. In genere i portacote sono in legno, decorati e dipinti, altre volte sono ricavati da corna di bue. La loro punta serve per piantarli nel terreno durante i lavori.
Fonte
"MUSEO DEGLI USI E COSTUMI DELLA GENTE TRENTINA. NUOVA GUIDA ILLUSTRATA" a cura di Giovanni KEZICH, Eriberto EULISSE, Antonella MOTT
Citazione
Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina, “La cote,” Patrimonio - Museo Dolom.it, accessed November 15, 2024, https://patrimonio.museodolom.it/items/show/4102.