Il Matazìn
Dublin Core
Titolo
Il Matazìn
Descrizione
Le mascherade del Comelico si ripetono di anno in anno (a Dosoledo la domenica più vicina al 9 febbraio, giorno di Santa Apollonia) sostanzialmente identiche, eccetto lievi differenze tra una frazione e l’altra. Le maschere multicolori protagoniste della festa, le cui origini si perdono nei secoli, sono il Matazìn e il Lachè, maschere guida fondamentali per la formazione del corteo, il cui comportamento, ma anche il costume, sono rigidamente fissati dalla tradizione. Sia il Matazìn che il Lachè indossano un copricapo a cilindro molto alto (calòta), rivestito di velluto di colore intenso e adorno di perle, spille e altri oggetti preziosi, disposti in modo da formare un armonioso disegno. I fazzoletti legati alle spalle e i nastri di seta che pendono dalla punta del cappello esplodono in una raggiera multicolore quando le maschere ballano e saltano al ritmo della caratteristica polka salterina, suonata dal gruppo di musicanti che li segue. Così inizia la mascherata: il Matazìn e il Lachè aprono la sfilata di primo mattino insieme ai Paiàzi (i pagliacci hanno il compito di mantenere l’ordine e allontanare la folla impedendo il contatto diretto con le maschere; perciò sono “armati” di bastone), facendo il giro del paese per raccogliere le maschere nel corteo, continuando a ballare e saltare senza mai fermarsi. Ad ogni corteo devono essere presenti almeno due Matazìn o un Matazìn e un Lachè (a Dosoledo). Il numero può anche essere superiore, ma queste maschere principali devono essere sempre pari per poter effettuare la polka dedicata solo a loro, la Vecia dal Matazìn: essi si avvicinano, si allontanano, eseguono un salto, si prendono e volteggiano, per lasciarsi e ritrovarsi ancora.
Si tratta di un rito propiziatorio per immettere nel bianco dell'inverno i colori della futura primavera. Benaugurante è anche il dono, che il Matazìn fa alla folla, di piccoli confetti contenuti in un cofanetto d’argento, che la maschera tiene nella mano sinistra. Nella mano destra regge invece uno scettro leggero (bagolìna), segno di autorità e comando. Entrambe le mani sono rivestite con guanti bianchi.
Questo carnevale si svolge nelle 4 frazioni del comune di Comelico Superiore, il più settentrionale dell’area del Comelico: Padola, Dosoledo, Candide e Casamazzagno.
Si tratta di un rito propiziatorio per immettere nel bianco dell'inverno i colori della futura primavera. Benaugurante è anche il dono, che il Matazìn fa alla folla, di piccoli confetti contenuti in un cofanetto d’argento, che la maschera tiene nella mano sinistra. Nella mano destra regge invece uno scettro leggero (bagolìna), segno di autorità e comando. Entrambe le mani sono rivestite con guanti bianchi.
Questo carnevale si svolge nelle 4 frazioni del comune di Comelico Superiore, il più settentrionale dell’area del Comelico: Padola, Dosoledo, Candide e Casamazzagno.
Autore
Museo etnografico della Provincia di Belluno e del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi
Fonte
Archivio - Museo etnografico della provincia di Belluno e del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi
Data
anni '90
Relazione
maschera
Citazione
Cristina Busatta, “Il Matazìn,” Patrimonio - Museo Dolom.it, accessed December 21, 2024, https://patrimonio.museodolom.it/items/show/4241.