Un'intera foresta che cade
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Titolo
Un'intera foresta che cade
Descrizione
"Fa più rumore un albero che cade, di un’intera foresta che cresce”. E’ questa una famosa frase del filosofo cinese Lao-Tzu del VI secolo a.C. Ci è venuta in mente quel fatidico 29 ottobre 2019, quando abbiamo assistito alle devastazioni causate dalla tempesta Vaia: 42 mila ettari di foresta, circa 14 milioni di alberi abbattuti dalla forza del vento nell’arco di cinque ore, in una zona vastissima a ridosso delle Alpi Orientali, dalla Lombardia al Friuli. I danni più ingenti si sono registrati in area dolomitica, in Cadore, nell’Agordino, nel Primiero in Val di Fiemme, senza risparmiare l’Altopiano di Asiago e il Cansiglio.
E ci siamo chiesti allora: che rumore può fare un’intera foresta che cade e centinaia, migliaia di foreste che vengono in giù, tutte assieme? Abbiamo immaginato un boato assordante, l’urlo disperato della natura levato al cielo. Contro chi? In tanti hanno cercato di rassicurarci: si è trattato di un evento eccezionale, uno di quei disastri naturali che capitano ciclicamente. Altri li hanno invece attribuiti ai cambiamenti climatici, provocati dalle emissioni di Co2, e il conseguente riscaldamento del pianeta, che induce vari scompensi meteorologici, quali tifoni, cicloni, uragani, finora tipici delle fasce equatoriali e tropicali, ma che stanno investendo sempre più frequentemente anche il nostro continente. Del resto assistiamo ad altri fenomeni sui nostri monti collegati all’innalzamento della temperatura terrestre: lo scioglimento dei ghiacciai, lo scarso innevamento, limitato a quote sempre più elevate, con effetti preoccupanti per il sistema idrogeologico…
Forse quell’urlo straziante, lanciato dagli alberi schiantati, ha un suo destinatario: è l’intera società umana che ha rincorso per troppi secoli le ragioni del progresso economico senza preoccuparsi dell’impatto ambientale. Tutti siamo in gioco, non solo i poteri forti - i governi ed i grossi gruppi industriali - ma ognuno di noi con le proprie abitudini di vita non sempre compatibili con il rispetto della natura e dell’ambiente.
Sono in molti i libri che ne parlano: fra i tanti ci piace menzionare “Il monito della ninfea: Vaia, la montagna il limite” di Diego Cason e Michele Nardelli (https://bit.ly/2RBhJ5X) e “C’era una volta il bosco. Gli alberi raccontano il cambiamento climatico” di Paola Favero e Sandro Carniel (https://bit.ly/2RBawTp). Si tratta di saggi rispettivamente a taglio sociologico e bio-forestale, ma non privi di afflati poetici. Entrambi scritti perché tutti impariamo ad ascoltare l’urlo della natura. Siamo ancora in tempo?
(grazie alla Biblioteca Civica Pedavena per questa sentita riflessione)
E ci siamo chiesti allora: che rumore può fare un’intera foresta che cade e centinaia, migliaia di foreste che vengono in giù, tutte assieme? Abbiamo immaginato un boato assordante, l’urlo disperato della natura levato al cielo. Contro chi? In tanti hanno cercato di rassicurarci: si è trattato di un evento eccezionale, uno di quei disastri naturali che capitano ciclicamente. Altri li hanno invece attribuiti ai cambiamenti climatici, provocati dalle emissioni di Co2, e il conseguente riscaldamento del pianeta, che induce vari scompensi meteorologici, quali tifoni, cicloni, uragani, finora tipici delle fasce equatoriali e tropicali, ma che stanno investendo sempre più frequentemente anche il nostro continente. Del resto assistiamo ad altri fenomeni sui nostri monti collegati all’innalzamento della temperatura terrestre: lo scioglimento dei ghiacciai, lo scarso innevamento, limitato a quote sempre più elevate, con effetti preoccupanti per il sistema idrogeologico…
Forse quell’urlo straziante, lanciato dagli alberi schiantati, ha un suo destinatario: è l’intera società umana che ha rincorso per troppi secoli le ragioni del progresso economico senza preoccuparsi dell’impatto ambientale. Tutti siamo in gioco, non solo i poteri forti - i governi ed i grossi gruppi industriali - ma ognuno di noi con le proprie abitudini di vita non sempre compatibili con il rispetto della natura e dell’ambiente.
Sono in molti i libri che ne parlano: fra i tanti ci piace menzionare “Il monito della ninfea: Vaia, la montagna il limite” di Diego Cason e Michele Nardelli (https://bit.ly/2RBhJ5X) e “C’era una volta il bosco. Gli alberi raccontano il cambiamento climatico” di Paola Favero e Sandro Carniel (https://bit.ly/2RBawTp). Si tratta di saggi rispettivamente a taglio sociologico e bio-forestale, ma non privi di afflati poetici. Entrambi scritti perché tutti impariamo ad ascoltare l’urlo della natura. Siamo ancora in tempo?
(grazie alla Biblioteca Civica Pedavena per questa sentita riflessione)
Autore
Biblioteche bellunesi
Fonte
https://www.facebook.com/314818015861041/posts/766227297386775/?extid=0&d=n
Citazione
Biblioteche bellunesi , “Un'intera foresta che cade,” Patrimonio - Museo Dolom.it, ultimo accesso il: 22 dicembre 2024, https://patrimonio.museodolom.it/items/show/5418.