La Femenate a Paularo
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Titolo
La Femenate a Paularo
Descrizione
La Femenate è un rito tradizionale di Paularo, nella Val d’Incarojo.
“Femenate” è un termine friulano con accezione negativa, che indica una donnaccia o strega. In questo caso, il suo significato è da ricondurre alle caratteristiche negative che idealmente vengono attribuite al “fantoccio” che viene bruciato la sera del 05 gennaio, vigilia dell’Epifania.
Si tratta di una tradizione antica che affonda le proprie radici nella cultura celtica e che si svolge come rituale per attuare una previsione sul raccolto dell’anno successivo.
È un momento molto sentito e tra i più suggestivi delle feste e dei riti del ciclo annuale.
Un’intelaiatura a forma di rombo realizzata con rami di abete fissati con chiodi, ramaglie e foglie secche viene assicurata a un bastone lungo e robusto.
Alla struttura portante vengono inchiodati rami più sottili, che permettono di sostenere un’abbondante quantità di fieno, rami di viti e fagioli secchi, ramaglie secche, residui del granoturco e altri materiali vegetali rimasti sui campi al termine del raccolto autunnale.
Una volta realizzata la struttura, essa viene sollevata in verticale attraverso l’impiego di alcune funi, e il bastone che la sostiene è fissato saldamente al terreno
Al tramontare del sole, la comunità si riunisce in cerchio attorno alla Femenate e ne attende l’accensione che viene eseguita da un giovane dell’ultima coscrizione.
Mentre le fiamme si innalzano verso il cielo, il “vecchio saggio” del paese cerca di leggere previsioni e auspici per l’anno nuovo osservando le faville e la direzione del fumo che si innalza dalla Femenate.
Il detto popolare a cui fa riferimento il saggio per la predizione cita le seguenti parole: “Se il fum al va a jevant, l’anàda sarà bondant. Se il fum al va a tramont, cjol il sac e va pal mont” (Se il fumo va verso levante, la nuova annata sarà abbondante, ma se il fumo va a ponente, raccogli il tuo sacco e va in cerca di fortuna).
Dopo lo spegnimento del fuoco i giovani di Paularo si recano casa per casa recitando questa filastrocca: “Buine sere paronsine, nus dàiso la farine, la farine das lusignes veiso maciât il temporâl, se no lu ves maciât lu macjareis, dainus chel pôc ch'à podeis”. Chiedono farina per polenta, salame, formaggio, vino con cui verrà poi preparata la cena a cui parteciperà la comunità. Questo momento di condivisione segna la fine del festeggiamento.
Il fuoco che caratterizza il rito della Femenate a Paularo e, in generale, tutti i falò epifanici dislocati nel territorio regionale, simboleggia la rinascita, la dimensione conviviale, e si dice allontani i timori e le paure infondendo speranza e buona disposizione verso il nuovo anno.
“Femenate” è un termine friulano con accezione negativa, che indica una donnaccia o strega. In questo caso, il suo significato è da ricondurre alle caratteristiche negative che idealmente vengono attribuite al “fantoccio” che viene bruciato la sera del 05 gennaio, vigilia dell’Epifania.
Si tratta di una tradizione antica che affonda le proprie radici nella cultura celtica e che si svolge come rituale per attuare una previsione sul raccolto dell’anno successivo.
È un momento molto sentito e tra i più suggestivi delle feste e dei riti del ciclo annuale.
Un’intelaiatura a forma di rombo realizzata con rami di abete fissati con chiodi, ramaglie e foglie secche viene assicurata a un bastone lungo e robusto.
Alla struttura portante vengono inchiodati rami più sottili, che permettono di sostenere un’abbondante quantità di fieno, rami di viti e fagioli secchi, ramaglie secche, residui del granoturco e altri materiali vegetali rimasti sui campi al termine del raccolto autunnale.
Una volta realizzata la struttura, essa viene sollevata in verticale attraverso l’impiego di alcune funi, e il bastone che la sostiene è fissato saldamente al terreno
Al tramontare del sole, la comunità si riunisce in cerchio attorno alla Femenate e ne attende l’accensione che viene eseguita da un giovane dell’ultima coscrizione.
Mentre le fiamme si innalzano verso il cielo, il “vecchio saggio” del paese cerca di leggere previsioni e auspici per l’anno nuovo osservando le faville e la direzione del fumo che si innalza dalla Femenate.
Il detto popolare a cui fa riferimento il saggio per la predizione cita le seguenti parole: “Se il fum al va a jevant, l’anàda sarà bondant. Se il fum al va a tramont, cjol il sac e va pal mont” (Se il fumo va verso levante, la nuova annata sarà abbondante, ma se il fumo va a ponente, raccogli il tuo sacco e va in cerca di fortuna).
Dopo lo spegnimento del fuoco i giovani di Paularo si recano casa per casa recitando questa filastrocca: “Buine sere paronsine, nus dàiso la farine, la farine das lusignes veiso maciât il temporâl, se no lu ves maciât lu macjareis, dainus chel pôc ch'à podeis”. Chiedono farina per polenta, salame, formaggio, vino con cui verrà poi preparata la cena a cui parteciperà la comunità. Questo momento di condivisione segna la fine del festeggiamento.
Il fuoco che caratterizza il rito della Femenate a Paularo e, in generale, tutti i falò epifanici dislocati nel territorio regionale, simboleggia la rinascita, la dimensione conviviale, e si dice allontani i timori e le paure infondendo speranza e buona disposizione verso il nuovo anno.
Autore
Museo Carnico delle arti popolari 'Michele Gortani'
Fonte
Bibliografia: - Nicoloso Ciceri A., Tradizioni popolari in Friuli, Chiandetti Editore, Reana del Rojale (Udine), 1982, pp. 626-631 Sitografia: - http://www.comune.paularo.ud.it/index.php?id=21911 - https://ricerca.gelocal.it/messaggeroveneto/archivio/messaggeroveneto/2005/03/02/GO_09_SCUC6.html - https://www.studionord.news/a-paularo-si-brucia-la-femenate/, Fotografie di Maria Vittoria Revelant
Relazione
Figure femminili nell'immaginario
Citazione
Museo Carnico delle Arti popolari Michele Gortani, “La Femenate a Paularo,” Patrimonio - Museo Dolom.it, accessed December 26, 2024, https://patrimonio.museodolom.it/items/show/5755.