1000 Modi per dire Neve
A Dicembre del 2020 il Museo etnografico della provincia di Belluno ha lanciato un post su Facebook in cui descriveva alcuni storici modi di definire la neve o il verbo nevicare trovati in letteratura e chiedeva al pubblico di arricchire il testo con altre definizioni. La partecipazione è stata vivacissima, con tanti interventi da luoghi diversi delle Dolomiti Bellunesi, cosicchè il glossario delle nevi si è rapidamente ampliato. I colleghi del museo hanno poi cercato altre definizioni nelle numerose interviste conservate nell'archivio sonoro del museo e hanno iniziato ad ordinare tutto il materiale raccolto. A questo punto ci siamo proposti di allargare a macchia d'olio "l'inchiesta" e di coinvolgere le tutte le vallate dolomitiche in questa ricerca partecipata.
Raccogliendo i primi dati abbiamo notato come le definizioni della neve abbiano alla fine un interesse molto pratico: ad esempio interessa comunicare se la neve inizia ad accumularsi, nel bellunese "la bina", a Falcade "nef che bina o nef che taca", se fa spessore rapidamente perché scende a larghe falde "la vien du a zope, a scarpét, a straze" rispettivamente in Val di Zoldo, a Falcade e nel feltrino, o se non c'è da preoccuparsi perché scende ancora a fiocchi radi, "fulischea, fidischea, gratoléa, maiuthleia". Interessa anche sapere se la neve scenda asciutta e polverosa "seca, arsa, zisna, zìsima, sbroilu", quindi facile da spalare o se al contrario sia bagnata "siròca, piombega, tùmega" e quindi pesantissima!
C'è da preoccuparsi invece, specie in quota, quando la neve è spinta da un vento tempestoso "néo da borasca, nef gonfedada, sonfdu": potrebbe diventare un'impresa anche uscir di casa! Infine ci sono i modi di definire la neve al suolo, come la neve di Dicembre ad esempio, così dura talvolta da sembrare acciaio "La nef davant Nadal la fa azàl" in Fodom "la nei davant Nadèl la fes acèl". Vi sono poi le misure della neve, mica in centimetri: la neve ha le sue unità di misura specifiche, può essere alta "'na scarpa, en polpaccio, en zenocio, al forzel" (Alleghe).
E vi è poi un primo accenno ai detti sulla neve legati alle stagioni; chi non conosce il detto "se la cade su la foja de l'inverno resta la voja" o in agordino "quande che la nef la vien su la foia, la se para la voia"? Come dire che se una nevicata è troppo precoce (quelle di ottobre per intendersi) si rischia di passare un inverno troppo asciutto. A proposito delle nevicate marzoline, a Zoppè si dice: "Marz tanta 'l en cata, tanta' l en laga", marzo tanta ne trova, tanta ne lascia. Come a dire che quella che cade a marzo non resisterà a lungo.
Potremmo andare avanti all'infinito ma per ora ci fermiamo qui e ringraziamo tutti i primi contributori che hanno arricchito di dati questa ricerca partecipata e ringraziamo fin d'ora chi vorrà dare il proprio ulteriore contributo. Il mosaico che abbiamo composto è ancora ben lontano dall'essere esaustivo...Nella pagina seguente potrai scoprire come contribuire!