Il Filò
Dublin Core
Titolo
Il Filò
Descrizione
Metteteci una giornata uggiosa, il freddo che si fa pungente e la legna che vale più dell’oro, la casa di sassi e i vetri sottili alle finestre… La stagione avanza e il sipario cala sui lavori nei campi. Il freddo si fa via via più pungente e la luce arriva per poche ore nelle vallate alpine.
Come correre ai ripari se sei un contadino dell’Ottocento?
Forse era proprio inevitabile trovarsi a far filò, scaldarsi e rannicchiarsi nel fieno delle stalle, con il tepore degli animali. In questa atmosfera si rimetteva in circolo il sapere, si apprendeva facendo, si filava e si rammendava, si portavano a termine piccoli lavori manuali, si costruiva qualche gioco per i bambini. La comunità trovava il tempo di raccontarsi e di ripetere filastrocche, canti e leggende che solo nell’oralità avevano modo di stare in vita, modificandosi e mantenendosi nelle memorie dei singoli. La luce fioca incoraggiava gli incontri tra fidanzati ma faceva anche da coreografia per i racconti più paurosi, scherzi e marachelle per i più fifoni. A volte arrivavano venditori ambulanti dalle valli più vicine a impagliare qualche sedia o vendere oggetti di legno, abilmente costruiti dagli artigiani dei paesi di montagna. Altre volte passava di là qualche contastorie che, in cambio di un po' di ospitalità, si prodigava a catturare la curiosità di tutti i presenti e a non svelare il finale della storia durante la prima serata, per assicurarsi ancora un piatto di minestra e un’altra notte notte nella stalla.
Viene da chiedersi cosa rimane dei filò al giorno d’oggi? Chi di voi si ricorda qualche filastrocca dei nostri paesi?
Come correre ai ripari se sei un contadino dell’Ottocento?
Forse era proprio inevitabile trovarsi a far filò, scaldarsi e rannicchiarsi nel fieno delle stalle, con il tepore degli animali. In questa atmosfera si rimetteva in circolo il sapere, si apprendeva facendo, si filava e si rammendava, si portavano a termine piccoli lavori manuali, si costruiva qualche gioco per i bambini. La comunità trovava il tempo di raccontarsi e di ripetere filastrocche, canti e leggende che solo nell’oralità avevano modo di stare in vita, modificandosi e mantenendosi nelle memorie dei singoli. La luce fioca incoraggiava gli incontri tra fidanzati ma faceva anche da coreografia per i racconti più paurosi, scherzi e marachelle per i più fifoni. A volte arrivavano venditori ambulanti dalle valli più vicine a impagliare qualche sedia o vendere oggetti di legno, abilmente costruiti dagli artigiani dei paesi di montagna. Altre volte passava di là qualche contastorie che, in cambio di un po' di ospitalità, si prodigava a catturare la curiosità di tutti i presenti e a non svelare il finale della storia durante la prima serata, per assicurarsi ancora un piatto di minestra e un’altra notte notte nella stalla.
Viene da chiedersi cosa rimane dei filò al giorno d’oggi? Chi di voi si ricorda qualche filastrocca dei nostri paesi?
Citazione
“Il Filò,” Patrimonio - Museo Dolom.it, ultimo accesso il: 22 novembre 2024, https://patrimonio.museodolom.it/items/show/5800.