Nascere ambulante

Commercio Ambulante

I bambini ambulanti - Museo Casa Clautana

Partivano le donne, solitamente a coppie, portandosi appresso i figli di qualsiasi età, gruppi di uomini, talvolta intere famiglie: "Noi piccoli sembravamo in un nido, dentro al carretto”

Pochi erano i giorni di scuola di quei bambini, le frequenze saltuarie e a volte neppure un giorno: "in novembre mi mandavano a scuola e non aspettavano la fine, in primavera ripartivano e l’anno successivo a novembre ero di nuovo in prima.”

I più piccoli, restavano a casa con i nonni o gli zii mentre i più grandicelli, mentre la mamma girava per vendere, restavano presso le famiglie dei contadini che li ospitavano, in cambio dovevano fare qualche lavoretto come aiutare nei campi o raccogliere i frutti: "Quando sono andata via la prima volta dopo aver avuto mia figlia, l’ho lasciata che aveva un anno e mezzo e allora… pensi lei. Un anno e mezzo aveva. Eh…molta nostalgia"

Molte donne partivano incinte e partorivano dove capitava, anche nei fienili. "Sono nata in mezzo ai setacci, perché il papà si occupava principalmente dei setacci, un oggetto tipico del nostro paese"

Commercio Ambulante

La geografia delle nascite parla di luoghi di tutta l’Italia Settentrionale.

Andavano lontano gli ambulanti, raggiungendo la confinante provincia di Belluno, dove peraltro si muovevano con la stessa merce, provenienti da ovest, le donne ambulanti provenienti dal comune dall’Altopiano di Lamon, chiamate Nerte, e gli ambulanti del Tesino.  Le mete da raggiungere si trovavano in Veneto, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta.