Farine e pane
Dublin Core
Titolo
Farine e pane
Descrizione
Alimento principale dell’alimentazione nella valle ampezzana era il pane che fino alla fine dell’Ottocento era fatto in casa ogni dieci-quindici giorni. Si impastava la farina con il lievito di birra e si lasciava lievitare tutta la notte. I pani lievitati venivano cotti nella stufa e poi riposti su una rastrelliera di legno. Veniva utilizzata farina di segala, fava e frumento anche se quest’ultima con parsimonia; se c’era la necessità di conservare il pane questo veniva messo a seccare. Il pane secco si spaccava a pezzettini e si metteva a bagno nel latte o nella minestra per ammorbidirlo e poterlo così mangiare.
Alla recita dei rosari in casa del defunto era consuetudine donare ai partecipanti del pane bianco fatto con frumento e comino. Con la farina, oltre al pane, si preparavano anche dei gnocchetti detti peštariéi (un impasto abbastanza consistente di farina, acqua e sale che veniva sminuzzato finemente) che venivano poi bolliti nel latte diluito o cotti in un soffritto di cipolla, farina e burro allungato. Per le occasioni speciali invece, come matrimoni o battesimi, venivano preparati i carafói, ovvero dei crostoli, e il brazolà, una focaccia a forma di ciambella che veniva donata ad ogni invitato a nozze con i carafói posti nel mezzo. In altre festività venivano consumate le fartàies, una pastella fatta con uova, latte e farina bianca fritta nell’olio. La particolare forma della frittella era ottenuta facendo scendere lentamente la pastella da un imbuto mosso in cerchi concentrici sulla padella.
Alla recita dei rosari in casa del defunto era consuetudine donare ai partecipanti del pane bianco fatto con frumento e comino. Con la farina, oltre al pane, si preparavano anche dei gnocchetti detti peštariéi (un impasto abbastanza consistente di farina, acqua e sale che veniva sminuzzato finemente) che venivano poi bolliti nel latte diluito o cotti in un soffritto di cipolla, farina e burro allungato. Per le occasioni speciali invece, come matrimoni o battesimi, venivano preparati i carafói, ovvero dei crostoli, e il brazolà, una focaccia a forma di ciambella che veniva donata ad ogni invitato a nozze con i carafói posti nel mezzo. In altre festività venivano consumate le fartàies, una pastella fatta con uova, latte e farina bianca fritta nell’olio. La particolare forma della frittella era ottenuta facendo scendere lentamente la pastella da un imbuto mosso in cerchi concentrici sulla padella.
Autore
Museo Etnografico Regole d'Ampezzo
Fonte
Tratto dal libro "Orjo, faa e lin" - Regole d'Ampezzo
Data
Metà '900 circa - testi mostra temporanea invernale 2021-22
Relazione
Vivere DAL territorio
Collezione
Citazione
Museo Etnografico Regole d'Ampezzo
, “Farine e pane
,” Patrimonio - Museo Dolom.it, ultimo accesso il: 23 dicembre 2024, https://patrimonio.museodolom.it/items/show/5766.
,” Patrimonio - Museo Dolom.it, ultimo accesso il: 23 dicembre 2024, https://patrimonio.museodolom.it/items/show/5766.