Antiche vie d'alpeggio
La mobilità regolamentata in Comelico
di Piergiorgio Francesco Frare e Marco Corticelli, Museo Angiul Sai
È noto che i laudi delle regole del Cadore hanno destato l’interesse di numerosi studiosi, che li hanno di volta in volta letti con gli occhi del giurista, dello storico, del lessicologo.
Quelli del centenaro di Comèlico Inferiore, cioè del comune di Santo Stefano-Casada e del comune d’Oltrerino - ossia San Pietro di Cadore -, permettono un’ancor diversa lettura grazie alle disposizioni contenute nella sezione del cosiddetto laudo di monte, con le quali si regola l’alpeggio delle greggi.
Infatti, di tutti i laudi cadorini solo in questi due, a quanto mi consta, sono contenute disposizioni tanto particolareggiate al riguardo ed evidenziano una cura minuziosa posta nella descrizione delle procedure e degli itinerari di alpeggio.
Ma quale funzione avevano i làudi? Gli antichi làudi (statuti) del Cadore servivano a regolare la vita delle comunità locali sotto tutti gli aspetti.
Eppure vi era una particolarità dei laudi del Centenaro di Comèlico Inferiore fin dal 1575: questi dettavano, nel contesto delle norme riguardanti l'alpeggio degli animali ovini e caprini, anche precise indicazioni circa gli itinerari di salita al monte, che avveniva in giugno, e di ritorno ai paesi nel mese di settembre.
Dice che «... le peccore, capre ed altra sorta d'animali della villa di Costalta hano il transito nella detta villa di Costalta e tenendo per la strada commune di detto luogo e da ivi sino al luogo chiamato Pramozzin e passano l'acqua, overo il rino di S. Pietro, e da ivi andando rettamente per il prado d'Odorico di Sorafontana di Valle sino al luogo di pian di mesedà».
La mobilità dell'epoca stabiliva regole stringenti alle quali tutti dovevano sottostare: i laudi descrivono anche specifici itinerari di ritorno dall'alpeggio, in parte diversi da quelli dell’andata.
Nelle due tavole - dove Costalta è segnata con un bollino rosso - è rappresentato lo straordinario sviluppo di questi itinerari:
Nella tabella 1 troviamo gli itinerari di andata che convergono verso i punti (segnati con la lettera P) di formazione delle greggi e di smistamento verso le varie destinazioni; nella 2 quelli di ritorno hanno come terminali i punti segnati con la lettera T, dove i gli animali venivano riconsegnati ai singoli proprietari.
In tal modo ogni gregge di pecore da latte, di pecore da lana e di capre aveva il suo percorso obbligato secondo la provenienza e la destinazione. Questi percorsi erano studiati per proteggere all'andata prati e campi e al ritorno per concimare col passaggio delle greggi quegli stessi terreni, sui quali ormai erano stati fatti i raccolti.
Suggeriamo ai lettori di ripercorrere queste antiche vie tutt'ora percorribili e immergersi nella natura dei luoghi incontaminati sforzandosi di immedesimarsi e riprovare le sensazioni che i pastori provavano nella dura vita della montagna e, se volete, riportateci le vostre esperienze.
Buona passeggiata!